Nelle mie classi insegno Hatha Yoga; in esse mi piace curare molto l’aspetto tecnico del movimento e la costruzione degli asana (posizioni). Il mio percorso di formazione è iniziato con una scuola di Hatha Yoga Tradizionale con sede in India con la quale ho acquisito le basi necessarie per il mio ingresso nel mondo dell’insegnamento. Da lì, il mio viaggio mi ha portato, in modo molto spontaneo, verso l’approfondimento della parte più anatomica e biomeccanica del corpo statico e in movimento.
Quella che porto oggi nelle mie classi è una pratica molto personale, fedele comunque alla tradizione ma con un occhio rivolto all’adattamento della pratica nel rispetto dell’unicità fisica di ogni allievo.
Solitamente le mie classi sono multilivello perché non amo dividere la classi in livelli: definire dei livelli vorrebbe dire apporre dei vincoli e dei giudizi alla pratica delle persone e il non giudizio è uno dei pilastri fondamentali dello yoga, assieme al fatto che dare dei livelli vorrebbe dire tirare in ballo l’Ego, altra presenza di cui lo yoga vuole invece sbarazzarsi. Va detto, inoltre, che nemmeno gli anni di pratica definiscono qualcuno come persona e come yogi.
Il percorso è uno per tutti e ogni praticante affronta la pratica con i propri strumenti e la propria fisicità.
Il bello dell’Hatha Yoga è che ognuno può mettere in pratica se stesso, i propri limiti e le proprie unicità; può entrare in contatto con le parti più sconosciute di sé e può modellarle e indirizzarle nel modo giusto all’attuazione del vero sé.
