Vi siete mai chiesti perché gli insegnanti di yoga e di meditazione accompagnano le loro asana con gesti specifici delle mani? Vi siete mai chiesti che cosa essi rappresentino?
Se facciamo attenzione possiamo notare come alcuni insegnanti avvicinino il pollice con l’indice oppure il pollice con il medio o con il medio e l’anulare insieme; insomma una molteplicità di gesti che racchiudono in sé significati religiosi, spirituali ed esistenziali.
Tutti questi gesti sono i mudra. Mudra è un termine sanscrito che significa “gesto”, “sigillo” e nello yoga sta ad indicare quell’insieme di gesti fatti con le mani durante la pratica yogica. Ma qual è lo scopo vero dei mudra?
I Mudra e l’Universo
“Le cose sono unite da legami invisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella.”
Questa frase di Einstein è emblematica perché in poche parole racchiude un concetto basilare che si ritrova anche nella filosofia vedica di cui stiamo parlando: ogni cosa è collegata e correlata alle altre così come il nostro corpo è collegato al nostro spirito e all’energia del mondo.
I mudra, infatti, sono connessi con l’energia dell’universo e il loro scopo è quello di incanalare tale energia, attraverso le nostre mani, nel nostro corpo per ottenerne dei benefici. Ogni mudra stimola parti diverse del nostro cervello e ci aiuta ad indirizzare l’energia verso una parte specifica del nostro corpo. Ogni mudra, inoltre, è collegato ad una divinità della tradizione vedica, dove ogni divinità è la rappresentazione di un tipo specifico di energia del mondo, la quale, a sua volta, è legata ad una parte particolare del nostro corpo, quasi a dire che esso non sia altro che energia universale materializzata.
Per capirci meglio possiamo fare qualche esempio di mudra:
Chin Mudra o Gyan mudra
Questo è il mudra della conoscenza. La parola gyana significa ‘saggezza’ o ‘conoscenza’, e quindi jnana mudra è il gesto della conoscenza intuitiva. Simbolicamente il mignolo, l ‘anulare e il medio rappresentano qualità della natura: stabilità, attività e creatività, e luminosità e armonia
Attraverso questo gesto delle mani, dalle mani vengono diretti alcuni impulsi nervosi lungo tutto il corpo dando a questo stabilità e rilassatezza. I palmi e le dita delle mani hanno molte terminazioni nervose che emettono energia. Attraverso il contatto del pollice con l’indice si crea un circolo d’aria che dal cervello fluisce verso il corpo per poi ritornare al cervello senza che questa stessa energia venga dispersa verso l’esterno. E’ un mudra che, con il tempo, aiuta la coscienza a diventare più cosciente e consapevole e più presente a se stessa.
Padma mudra
Padma significa “fiore di loto”. Padma mudra rappresenta il fiore del loto, simbolo di purezza. Questo mudra si esegue tenendo uniti la base dei polsi e le punte dei pollici e dei mignoli, mentre le altre dita rimangono aperte verso l’alto. L’obbiettivo del mudra del fiore di loto è quello di curare il cuore, alleviare le ferite emotive della vita aiutando a cogliere con gioia di vivere e con consapevolezza il momento presente. Apre alla gratitudine, alla forza spirituale e alla felicità.
Il fiore di loto si nutre e fiorisce nel fango; le dita rivolte verso il cielo simboleggiano l’accoglimento della luce divina. Le mani sono all’altezza del cuore perché l’obbiettivo di questo mudra è quello di permetterci di entrare in risonanza con il campo energetico del cuore.
Anjali mudra
Anjali, in sanscrito, significa “gesto di reverenza” o “benedizione” e può essere definito un “sigillo della preghiera”, una sorta di rituale preparativo agli asana e alla meditazione. Rappresenta anche una forma di rispetto verso se stessi, gli altri e il divino. In questo gesto le punte delle dita e i palmi sono ben uniti tra loro e si trovano all’altezza del cuore. Il fatto che le mani siano all’altezza del cuore sta a simboleggiare l’armonia tra la parte destra e la parte sinistra del nostro corpo. La mano destra rappresenta la luce, il sole, il futuro, il calore mentre la mano sinistra rappresenta la luna, la notte, il passato, il freddo. Unendo le due parti portiamo la nostra mente e le nostre energie al qui ed ora, al presente.
Anjali Mudra è un gesto molto importante per prepararsi alla pratica yogica e meditativa; è un gesto attraverso cui si assume una posizione di umiltà e le turbolenze dell’Ego si placano.
Yoni mudra
Lo Yoni Mudra è il mudra del silenzio e della pace interiore. E’ uno dei mudra più antichi di cui si sia mai parlato e, nella mitologia indiana e non solo, veniva considerato come la rappresentazione di un vero e proprio stile di vita. In sanscrito Yoni significa “utero” e questo perché praticando questo mudra l’obbiettivo è quello di raggiungere la stessa situazione che vive il bambino nell’utero materno. Questa posizione, infatti, blocca l’udito, l’olfatto e la vista facendo così provare alla persona la sensazione di essere totalmente isolata dal mondo che la circonda.
Dhyana mudra
Dyana in sanscrito significa meditazione e infatti viene eseguito durante la meditazione in modo da ottenere una concentrazione migliore durante la pratica. Il Dyana Mudra si esegue posizionando le mani sul grembo: la mano destra sopra quella sinistra o viceversa, i palmi delle mani rivolti verso l’alto e le punte dei pollici che si toccano. In questo modo si forma un triangolo che rappresenta l’unione dei principi maschili e femminili.
Adesso che abbiamo idea di qualche mudra e abbiamo capito il loro significato siamo in grado di capire ancora più approfonditamente che cosa fa lo yoga: cerca di riconnettere le Parti con il Tutto di cui esse fanno parte!
Francesca Giannaccini